03 ottobre 2022
Famiglie migranti
Famiglie migranti, i valori delle radici che si fondono attraverso l’incontro dell’altro
“Viaggiare è una scuola di umiltà fa toccare con mano i limiti della propria comprensione, le precarietà degli schemi e degli strumenti con cui una persona o una cultura presumono di capire o giudicano un’altra” C.Magris
I servizi all’infanzia da sempre riflettono e s’interrogano sui diversi significati che il termine accoglienza può portare con sé e sui comportamenti che gli educatori/trici possono mettere in atto per far sentire le famiglie accolte. Con il trascorrere del tempo è maturata sempre più la consapevolezza che oggi, parlare di accoglienza delle famiglie vuol dire anche parlare del “migrare”, del lasciare un luogo alla ricerca di contesti nuovi nazionali o internazionali. Si considera che il 3%, in rapporto alla popolazione mondiale emigra verso nuove destinazioni(1). Il processo migratorio può trasformarsi da individuale a familiare, originato da una spinta nell’emigrare dettata da cause differenti (politiche, religiose, gruppi sociali d’appartenenza, persecutorie) e di provenienza da plurime rotte di arrivo.
L’esperienza della migrazione può incidere profondamente sui vissuti di adulti e bambini o bambine; nel loro raccontarsi spesso è presente un “prima” e un “dopo” l’evento, sentito come un cambiamento che trasforma profondamente la loro esistenza in termini di relazioni consolidate, riferimenti sociali, culturali e valoriali. Questo aspetto porta ad una considerazione significativa, quella di intraprendere un percorso di dialogo e confronto delle diversità; sicuramente preservando e valorizzando la ricchezza della cultura di cui è portatore ogni individuo, al contempo agendo con cura a garanzia del benessere personale e sociale per un’accoglienza efficace ed un’integrazione reale. L’esperienza migratoria spesso può depotenziare l’adulto portatore di conoscenze e competenze del proprio paese d’origine che nel nuovo contesto sociale possono diventare poco spendibili e non valorizzate, causando un senso di instabilità e di insicurezza nell’interpretazione della nuova realtà.
La scuola come istituzione, ente e luogo acquisisce un ruolo importantissimo non solo nell’educare, formare e istruire altrettanto nel coinvolgere, favorire, inserire, sviluppare, mediare; identità individuali, senso di appartenenza collettivo, convivenza pacifica, interesse culturale e linguistico.
Possiamo quindi affermare che: “Le migrazioni modificano anche le società che le accolgono, determinano dei profondi processi di métissage(2)che trasformano l’identità collettiva in respiro vitale aperto”(3). Gli adulti dei servizi all’infanzia hanno la responsabilità di assumere come propria nei confronti dei bambini migranti un’adeguata scelta educativa congiuntamente ai genitori degli stessi, sostenuta dai percorsi formativi che negli anni si sono regolarmente susseguiti.
Ne costituisce esempio il recente corso formativo sulle migrazioni e sui percorsi di migrazione familiare, tenuto dalla Dott.ssa Gakis Cliò(4) che ha posto l’accento sull’attualità del fenomeno migratorio, offrendo approfondimenti riguardo gli aspetti: legislativi, sociologici, antropologici e culturali. Gli educatori/trici hanno sempre più consapevolezza che l'ascolto attivo si deve praticare nei confronti dei bambini e delle bambine, delle loro famiglie e che l'accoglienza va realizzata in tutti gli ambiti di relazione. Incontrare ed accogliere “l’altro” significa conoscere, comprendere la sua storia; non è possibile percepire le famiglie migranti come omogenee a priori, anche se accomunate da processi e percorsi simili, perché rappresentano una pluralità di modi di vivere che originano da fattori etnici, culturali, religiosi, linguistici ed esperienziali. Ognuno di noi nella relazione con l’altro, porta con sé un proprio bagaglio che va oltre la propria cultura e rappresenta lo stile di vita, che riguarda il proprio vissuto profondo, iniziato fin dai primi istanti di vita.
Con questo breve articolo si è voluto condividere alcuni dei concetti emersi durante la formazione siamo sicure/i che nella nostra professione lo studio e la ricerca sono alla base del progetto e del nostro fare quotidiano.Ringraziamo le famiglie che negli anni hanno condiviso con noi pezzi di vita di storia e ci hanno permesso di conoscere i valori delle radici che si fondono attraverso l’incontro dell’altro.
Note:
(1)Interessante è vedere e conoscere i dati che potete trovare: UNHCR-ACNUR (alto commissariato ONU sui rifugiati) dati statistici si possono trovare anche sul sito HTTP://www.libertaciviliimmigrazioni.dlci.interno.gov.it/it/documentazione/statistica/cruscotto-statistico-giornaliero oppure HTTP://stra-dati.istat.it/.(2)Dal dizionario prendiamo in significato: definiamo questo processo “ acculturazione” per i migranti e “trasformazione” per coloro che li accolgono, benché si tratti dello stesso processo a specchio- andando insieme a costituire il métissage dei gruppi, degli individui, dei pensieri.(3)“Bambini di qui venuti da altrove” Saggio di transcultura di Marie Rose Moro. (4)Dottoressa Cliò Gakis si è occupata per questo anno della formazione dei nostri servizi è Laureata Magistrale in relazioni internazionali, università di Pisa. La ringraziamo per aver contribuito alla stesura di questo articolo.