30 settembre 2024
“Nella Valigia” di Clotilde Perrin
“Nella Valigia” di Clotilde Perrin (ed. Franco Cosimo Panini)
Settembre e ottobre nell’immaginario collettivo sono i mesi delle ripartenze: terminate le vacanze estive, i genitori riprendono i ritmi lavorativi e le bambine e i bambini si apprestano a cominciare il nuovo anno educativo e scolastico. La maggior parte di queste famiglie ha da poco disfatte le valigie ma… adesso per tutte c’è un altro cammino da intraprendere!
Per accompagnarvi e accompagnarci in questo viaggio lungo un anno abbiamo pensato di proporvi una lettura ad hoc, un albo illustrato adatto a grandi e piccini, giocoso ma nel contempo poetico, capace di evocare tutto ciò che i nuovi avvii portano con sé…
Fin in dal titolo Clotilde Perrin ci ricorda come ogni percorso vada affrontato con un bagaglio adeguato allo scopo: non eccessivo, per non correre il rischio di appesantirsi, ma dotato di tutto il necessario per partire “bene”.
D’altronde l’omino della Perrin non ha dubbi: nella sua valigia non può mancare un equipaggiamento concreto, poche cose utili, per coprirsi e sfamarsi, e poi… una chiave! Perché le chiavi, si sa, aprono porte, e dietro le porte spesso si nascondono tesori…
Tra suoni onomatopeici, alette da sollevare e immagini a matrioska da scoprire, il testo rende tangibile un’esperienza di lettura a più livelli che vede l’omino (un bambino? un uomo piccolo?) intraprendere un viaggio ricorsivo attraverso gli elementi della natura; ad ogni tappa trova ad attenderlo una casetta diversa, ciascuna col suo dono…
L’omino li raccoglie tutti e li conserva con cura: sono oggetti simbolici che gli parlano, ma che lui non sempre è disposto ad ascoltare…
Di volta in volta egli valuta la situazione, riconosce i suoi bisogni e li nutre, si interroga lasciando spazio all’immaginazione, per poi riutilizzare questi oggetti al momento opportuno, quando il cammino lo costringe ad affrontare degli ostacoli: allora senza perdersi d’animo apre la sua valigia e sceglie con risolutezza gli strumenti utili per proseguire, dimostrando al lettore che un bagaglio ha senso solo se in evoluzione.
Piccolo spoiler: come in ogni avventura che si rispetti, alla fine l’omino riuscirà a ritrovare la via di casa. Nella valigia gli è rimasto solo un seme, che giustamente lui pianta in giardino. Nell’attesa che questo germogli e schiuda all’omino nuovi scenari, proviamo a sbirciare un’ultima volta nella sua valigia…
Ma è davvero vuota? E per quanto lo resterà?
Buon inizio a tutte e a tutti!