23 ottobre 2019

Ninna Nanna , ninna no

Ho troppi sogni per andarmene a dormire!(P. Turci, Viva da morire)
Dormire è un bisogno naturale, eppure a volte per un bambino o una bambina può essere una questione complicata! Non è sempre facile passare dai ritmi dei primi mesi a quelli del ‘vivere civile’ fatti di giorno e notte, e di orari opportuni…E, un po’ come per il mangiare, può accadere che le cose diventino faticose.Sono le prime situazioni in cui si mette in gioco l’educazione come fatto relazionale, che chiama in causa non solo un genitore, un adulto che decide e cerca di definire modalità, regole e strategie, ma anche un bambino o una bambina che dicono la loro, esprimono bisogni, desideri, cercano di capire e di trovare un loro posto.
La scienza ci dice chiaramente che i nostri geni ci spingono a rimanere svegli quando non ci sentiamo sicuri e ad addormentarci quando ci sentiamo sicuri. Certo, un bambino piccolo può sentirsi spesso insicuro, data la sua inesperienza e l’impossibilità di provvedere a se stesso da solo…. E’ interessante allora chiedersi: di cosa ha bisogno il mio bambino per sentirsi sicuro? E cosa posso fare per comprenderlo e aiutarlo?
Spesso è la mancanza di chiarezza che confonde le cose: i nostri figli e le nostre figlie percepiscono, al di là delle parole e della razionalità, le nostre emozioni, il nostro sentire, i nostri pensieri reconditi, quelli che forse nemmeno noi ammettiamo.Anche un adulto ha bisogno di riposare. Ha bisogno di tempo per se stesso, per i propri interessi, per coltivare i rapporti con altri adulti, e desidererebbe che non ci fossero troppi intoppi.Dormire, un bisogno così naturale…
“Ma io, che sono piccola, non ho nessuna intenzione di lasciarmi andare al sonno, mi viene tanto da piangere, mi innervosisco sempre di più e allora strillo forte! E’ inutile che mi prendi in braccio, guizzo via come un’anguilla, non serve che canti, non posso ascoltarti! Non so cosa mi succede, ma sono sempre più disperata, sento la testa pesante ma non so che fare, mi viene solo da strillare….”“Io che sono piccolo mi addormento ma dopo poco mi sveglio… vorrei papà qui vicino a me, vorrei la mamma… allora chiedo da bere, da mangiare, di fare la pipì, di essere accarezzato sulla pancia che mi fa male…”“Io adulto invece ho lavorato tutto il giorno. Ho diritto di dormire. Ho diritto di avere del tempo per me. Se tu dormissi, ora potrei…”“Penso che resisti e non ti addormenti perché mi vuoi provocare…”“Penso che non ti addormenterai mai…”
 
Si sa, quando siamo esasperati prenderemmo in considerazione tutto. Qualsiasi ipotesi pur di risolvere la questione. 
Vorremmo un mago che ci svelasse la formula magica per risolvere il nostro problema.  Non interessa sapere chi sei tu, sapere chi è il tuo bambino. Uguale per tutti, come un coltello ben affilato che taglia via il nodo, se hai la forza e il coraggio di dare un colpo secco.
 
 
Se però l’esperto ci invita a prendere acriticamente tutto ciò che dice, dimostra una grande sfiducia in noi come genitori. Il tono prescrittivo non aiuta a metterci nella giusta posizione.
In fondo lo sappiamo: non esiste una ricetta per tutti, la frasetta che funziona sempre. 
E’ utile leggere, informarsi, serve per avere nuovi sguardi, nuovi spunti di riflessione, ma poi tutto va reso proprio, filtrato, ‘digerito’, messo in rapporto con la propria situazione ed in sintonia con la propria bambina o bambino. 
 
Molti libri interessanti insistono proprio sulla necessità di stare sul problema, per quanto difficile possa essere, e invitano a vedere queste questioni critiche come occasioni fondamentali per crescere ed evolvere nella relazione con il proprio bambino o la propria bambina. Sottolineano l’importanza di osservare per capire: qual è il problema? un malessere fisico, ad esempio i denti? qualche aspetto emotivo, ad esempio ansia da separazione? un bisogno di contatto fisico, la voglia di stare insieme? Sono tutte fasi, tutte transitorie, ma a seconda di come le affrontiamo possono diventare importanti opportunità di crescita, investimenti per il futuro, immediato e a lungo termine. E’ importante la consapevolezza da parte degli adulti delle scelte che si fanno, e l'assunzione della responsabilità di tali scelte con un animo sereno e positivo, senza sensi di colpa.
Sappiamo che non conta solo il risultato, pur desiderabile che sia, ma ha moltissima rilevanza anche la strada che scegliamo e percorriamo per arrivare al risultato.
 
 
Vi proponiamo di seguito una piccola bibliografia sul tema ‘fare la nanna’: vi si possono trovare spunti di riflessione diversi ma utili per trovare la propria strada in questo percorso sempre nuovo che è crescere come genitori insieme alle nostre figlie e ai nostri figli.
 
Tutti a letto! Di Alvaro Bilbao
Dà  informazioni e consigli con un tono piacevole, senza prescrizioni né leggi assolute e, soprattutto, con un occhio comprensivo e riguardevole nei confronti dei bambini, dei loro bisogni e del senso del loro comportamento. Ciascuno può essere più o meno d’accordo con le affermazioni dell’autore, ma il suo modo di comunicare sottintende che in questo non c’è nulla né di strano né di male: è importante essere sé stessi e sintonizzarsi con il se stesso che è il nostro bambino, la nostra bambina.
Di notte con tuo figlio di Jim Mc Kenna
Trattasi del resoconto di una lunga ricerca condotta dall'antropologo Mc Kenna riguardo il sonno condiviso, l'allattamento materno notturno e la condivisione del letto, da tutti i punti di vista: sociale, culturale, storico, geografico, medico-sanitario,...mantenendo come filo conduttore anche la sua esperienza di padre e rispondendo a tutti quei dubbi e domande che soprattutto ad un genitore del mondo occidentale saltano subito in mente.
Il sonno di Helene Brunschwig
Non lo segnaliamo per caldeggiare particolarmente un approccio di tipo psicoanalitico, però è interessante per entrare nell’ottica che ciò che fanno i bambini ha un senso: non vogliono romperci le scatole o provocarci gratuitamente, ma reagiscono e cercano a modo loro soluzioni a questioni che possono essere inerenti semplicemente alla crescita, alle fasi della vita (individuali, ma anche della famiglia), alle relazioni. Se si vuole davvero aiutare, è molto utile prima capire…
Come insegnare ai bambini a dormire tutta la notte di Charles E. Scaefer e Michael R. Petronko
Dormi bambino dormi di Eduard Estivill 
Fate la nanna!  Di Eduard Estivill e Sylvie de Bejar.
Il famoso metodo Estivill non nasce con lui, chissà quanti precedenti potremmo trovare.
Si tratta, come recita una delle copertine, di straordinari metodi “per risolvere in pochi giorni i problemi di sonno”. E’ un approccio che ha a che fare proprio con l’idea di educazione in senso ampio, a prescindere dal problema del sonno. Qui si privilegia senz’altro l’obiettivo (e questo spiega il perché di tanto successo, visto che è un obiettivo molto desiderabile!), completamente a scapito della relazione, della comprensione del senso di ciò che accade, del percorso che si fa per arrivarci. Peccato che relazione, comprensione del senso e percorso siano in strettissima relazione con il tipo di obiettivi che si raggiungono, che possono essere veri e  propri ammaestramenti oppure acquisizioni reali e costruttive, presupposto di altre importanti acquisizioni.
Facciamo la nanna di Grazia Honegger Fresco
Libro-risposta ad Estivill da una grande pedagogista, allieva diretta della Montessori; se dopo averlo letto si vuole provare comunque il metodo di “Fate la nanna” vuol dire che si è proprio convinti!
Adesso però dormi, per l’amor del cielo! Un progetto della Scuola Holden
34 metodi non ordinari inventati dai genitori in debito di sonno. E’ bello sapere che condividiamo un problema con tanti altri genitori, e in questo libro lo si vede bene! Ed è bello alleggerire e sorridere, anche quando si è in difficoltà… “perché se un tema spinoso come il sonno riesce ancora a strapparvi un sorriso, siete salvi”!
Bèsame mucho di Carlos Gonzalèz
Un libro scritto per dare una risposta basata su dati scientifici e su considerazioni di ordine  antropologico-cuolturale alle tante domande che assillano i genitori del XXI secolo in Occidente,  orientati a pensare che il 'sonno giusto' per un bambino sia:
• dormire tutta la notte
• dormire da solo
• dormire senza interruzioni ( soprattutto per mangiare ) 
 L'autore offre uno sguardo di  'relatività' a tante questioni dibattute nella nostra cultura ( non si possono prendere troppo in braccio i bambini, allattarli in qualsiasi momento, allattare un bambino troppo grande,...) . E lo fa partendo da una riflessione semplice ma  autentica: perchè è così difficile insegnare al bambino ciò che il genitore ritiene 'sonno giusto' ed è così facile insegnargli ciò che il genitore ritiene 'sonno viziato'?  Basta infatti che in una vacanza al bambino sia concesso dormire nel lettone che sembra lo voglia fare per sempre!!