12 luglio 2021

Costruire fiducie: storia di un progetto

GRUPPO DELLE REFERENTI DELL’AREA INFANZIA E FAMIGLIA DEGLI AMBITI TERRITORIALI DI BERGAMO  
e il “Progetto Costruire fiducie tra gli adulti” - Allestire legami nei servizi per l’infanzia.
Da dove nasce il progetto:
Il tavolo di lavoro del Gruppo delle referenti degli Ambiti territoriali è un luogo di confronto, incontro ed elaborazione culturale, di identificazione dei bisogni formativi e costruzione di progetti, oltre che di mappatura delle reti tra servizi e territorio.
Negli ultimi anni, il confronto si è allargato  alle progettualità formative per la costruzione di un sistema integrato 0-6 anni d’Ambito, fino alla realizzazione del  percorso “Costruire fiducie tra gli adulti” e del Seminario pubblico finale.
Nell’ ottobre 2019 è stato deliberato un accordo di partenariato da parte di Ats Bergamo con il Comune di Bergamo e l’Asst Papa Giovanni XXIII, che prevedeva la progettazione di iniziative per la sensibilizzazione, formazione, prevenzione all’interno dei nidi, micronidi, finalizzate a fare emergere eventuali segni di disagio fisico e/o psicofisico dei minori come previsto dall’art. 2 della L.R. n. 18/2018. 
DA QUALE IDEA E’ NATO  IL PROGETTO “Costruire fiducie”?
Siamo partite dall’idea che l’incremento e il miglioramento della comunicazione tra servizi e le famiglie è la condizione principale per la costruzione di una corresponsabilità educativa. Purtroppo la pandemia ci ha costretto ad incontri a distanza, ma le nuove forme di comunicazione ci hanno permesso di mantenere vive le relazioni che si erano precedentemente fondate.  …“ Ciò ha modificato  in parte le modalità comunicative e relazionali, di fatto amplia lo spazio, l’iniziativa e il protagonismo del genitore, non consente l’osservazione diretta del comportamento di entrambi, e comporta la necessità di affidarsi alle valutazioni, al punto di vista e al vissuto del genitore per conoscere l’esperienza del bambino. ( N. Terzi) 
QUALI STRATEGIE PER CONQUISTARE LA FIDUCIA?
Il tema, rispetto agli operatori, pensiamo non sia quello di posizionarsi o di esporsi rispetto al fatto di essere pro o contro le telecamere, come strumenti di vigilanza, ma piuttosto di come costruire reciproche fiducie tra gli adulti, dove diventa importante sia per la famiglia che per gli educatori saper “guardare il bambino”, confrontarsi sui suoi bisogni, sulle sue esigenze di crescita, e anche di sentirsi  “parte importante”  dentro un unico luogo e insieme a tutte le persone che ci vivono dentro,  bambini/e, educatori e famiglie. 
COME SI E' STRUTTURATO IL PROGETTO?
Il progetto ha previsto un'articolazione complessa in quanto, al fine di ottimizzare gli esiti, ha dovuto raccordarsi con le iniziative formative già in essere negli Ambiti, e essere in grado di assumere l'eterogeneità del quadro dei nidi e micronidi nel territorio provinciale, in relazione alle caratteristiche del servizio, titolarità dell'ente gestore, formazione ed esperienza pregressa degli operatori con scelte organizzative e pedagogiche specifiche. 
COME ABBIAMO SCELTO DI RACCONTARE IL PUNTO DI VISTA DELLE FAMIGLIE?
Nella prima fase di progettazione, non potevamo certo prevedere come e quanto ci avrebbe coinvolto e travolto la pandemia, ma certo è che l’anno che abbiamo faticosamente attraversato ci ha mostrato quanto siano stati importanti i legami che si sono costruiti in precedenza dentro i servizi educativi, preziosi per riprendere  le relazioni a distanza con le famiglie. 
Abbiamo scelto di raccogliere il pensiero delle famiglie sul tema delle fiducie attraverso un questionario online a cui hanno risposto più di 1000 genitori (per l’esattezza 1031) e abbiamo poi sottoposto un analogo questionario alle educatrici dei servizi per l’infanzia (hanno risposto ai questionari  quasi in 300). 
Ascolto, sicurezza, confronto, sostegno e  altre definizioni sono state usate per definire il termine fiducia.
Analizzando le risposte alle domande dei questionari, risulta come il valore dato alla condivisione e all’ascolto reciproco abbia la stessa importanza sia per le educatrici che per le famiglie.  Inoltre affiora la grande professionalità giocata anche in un tempo nuovo e difficile, viene a galla il grande valore educativo di entrambi i luoghi abitati dai bambini e dalle bambine grazie alle risorse messe in campo sia dalle educatrici  che dai genitori, proprio nell’affrontare le difficoltà e la complessità affrontate nel compito educativo. 
Luoghi dove … “la relazione di cura diventa una condivisione a tutto campo di esperienze e di storie, una condivisione di responsabilità sostenuta da un processo di empowerment e, in sostanza, il sentirsi essere, anche se provvisoriamente, compagni di un viaggio di scoperta e di crescita. (P.Chitti) 
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