02 marzo 2022

Il dolore taciuto

Lavorando da anni nell’accompagnamento alla nascita, ci siamo accorte che molte donne affrontavano in solitudine il vissuto di una gravidanza finita con una perdita dopo la gioia o il disorientamento dell’attesa. Nell’ambito della consulenza individuale sono stati raccolti vissuti di storie abortive mai raccontate negli anni che ancora recavano tanto dolore e/o sensi di colpa, ancora aperti.
Nasce l’esperienza del piccolo gruppo del lutto perinatale dove abbiamo inoltre ascoltato il dolore di ripetuti fallimenti legati alla procreazione assistita e incontrato genitori che avevano perso il/la loro piccolo/a nelle ultime settimane gestazionali di vita, o che si sono trovati di fronte a scelte difficili da compiere da un’ora all’altra in un tempo di frastuono e di sconvolgimento fortissimo.
Ci sarebbe piaciuto trovare un dato che raccontasse di quante sono le storie dolorose che accompagnano uomini e donne attorno all’evento nascita: aborti spontanei nel primo trimestre, aborti terapeutici, morti in utero o nei primi tempi dopo la nascita, ma in realtà non ne abbiamo trovato qualcuno che raccontasse questa complessità e che racchiudesse questa varietà di esperienze. Questo dato, inoltre, andrebbe ampliandosi fortemente se si aggiungesse il dolore di chi non riesce ad avere figli/e o ricorre alla strada della procreazione assistita con ripetute aspettative, illusioni, disillusioni.
In un quadro così vasto dove per lutto perinatale si intende, a seconda degli autori, una perdita fra la ventiduesima/ventisettesima settimana fino ad un mese dopo la nascita, il nostro piccolo gruppo ha scelto di incontrare e accogliere le storie di dolore legate all’avere atteso un figlio/una figlia e poi averlo/a dovuto, o voluto, lasciarlo andare: questo al di là della settimana gestazionale di attesa e del percorso che ha portato a quella gravidanza e a quel vissuto doloroso. Su questa strada di incontri è risultata così evidente l’esistenza di un grande mondo taciuto e nascosto attorno alle ombre della nascita. E come fosse mancante la cura nelle parole, nei gesti, negli spazi raccolti, silenziosi, o di vera presenza tra noi operatori sanitari o anche in ambito psicologico di una preparazione specifica di fronte ad un tema così di portata esistenziale come la morte, la vita e le grandi domande che si aprono di fronte a questo evento.
Riportiamo alcune delle loro parole legate ai vissuti di questa esperienza così densa:
“ …perché io? Perché proprio a noi?”
“…forse ho perso il piccolo perché lavoravo ancora…o forse perché sono stata disattenta a quello che mangiavo…o forse mi sono mossa per un viaggio. E’ colpa mia?”
“…non riesco a perdonarmi…ho colpa…e il mio bambino..?”
“…dov’è sepolto il mio bambino?...cosa vuol dire fossa comune..? dove? Ma io dove lo ritrovo? Dove posso piangerlo e andare da lui?”
“….non riesco a perdonare il mio ex marito che non mi ha sostenuta in quel momento, che non mi ha dato la parola che poteva dire per tenere nostro figlio”
“…mi viene detto che sono giovane e posso avere un altro figlio. Ma lo avrò davvero? E poi a me non importa ora perché io ho perso il mio bambino!!”
“…ho abortito perché il mio bambino aveva delle gravi malformazioni…. ma non so più cosa fare ora: ho paura di provare ad aspettarne un altro e dover affrontare nuovamente tutto questo. Ho persino paura che se dovesse capitare un’altra volta io non reggerei con la testa…”
“…nessuno mi ha preparato a tornare a casa e trovarmi con il piccolo feto di poche settimane tra le mie mani in bagno. Cosa faccio ora con il mio bambino?”
“…ora non riesco neppure a parlarne”.
A volte un silenzio la vicinanza è tutto ciò che serve o di cui si può avere bisogno.
Da qui l’esperienza negli ultimi anni di dare spazio ad un luogo accogliente, senza giudizio, dove potersi prendere un tempo calmo e condividere insieme a qualcuna/o d’altra/o la propria storia in un piccolo gruppo, guidato da due professioniste esperte nel campo della nascita, della perdita e del sostegno. Senza la pretesa di trovare risposte o soluzioni, ma potersi invece sentire meno sole/i e accogliere lentamente tutto questo per provare a posarlo.
La proposta prevede una serata di presentazione ‘’il dolore taciuto’’ dove incontrare le operatrici, le loro modalità e la successiva possibilità di iscriversi al percorso ‘’Un figlio da salutare’’ in piccolo gruppo.
Alice Pezzetti e Lina Vanoncini Psicologa ed Educatrice professionale presso il Consultorio Familiare Zelinda di Trescore
zelinda@fondazioneangelocustode.it
tel. 0350072380