02 marzo 2023
Avete mai pensato che ci sono tipologie di gioco che non stancano mai, nemmeno quando si diventa adulti? Chi può dire di non aver mai fatto una partita a Shangai, sfidato un amico a Jenga, composto immagini con le figure geometriche del Tangram?
In effetti, se è vero che, per dirla con Maria Montessori, “il gioco è il lavoro del bambino”, è altrettanto vero che il gioco è un’attività universale che accompagna ogni fascia d’età. E anche se si evolve insieme alle competenze non smette mai di affascinare! Coniugando apprendimento e creatività, di fatto il gioco costruisce un ponte tra il bambino e il mondo che lo circonda, ponendo le basi per quella che sarà la produzione culturale e artistica nella vita adulta. Perché ogni fase ludica che i bambini e le bambine attraversano, per quanto semplice e scontata possa apparire, apre la strada a tutte le conquiste future, sia pratiche sia mentali.
Il gioco costituisce dunque qualcosa di imprescindibile nel percorso evolutivo delle persone, e proprio perché innato non richiede necessariamente grandi dotazioni per metterlo in pratica: basta infatti osservare un bambino piccolo alle prese con gli oggetti d’uso quotidiano che i genitori gli mettono a disposizione in casa per rendersi conto che tutto può diventare gioco (anche se ovviamente non con tutto è opportuno giocare!). Già nei primissimi anni di vita i bambini e le bambine, mentre manipolano in maniera personale gli oggetti esplorandoli e combinandoli tra loro, selezionano, assemblano, classificano, ordinano, progettano; nel fare ciò acquisiscono concetti fondamentali come il dentro-fuori, l’equilibrio, le proporzioni, ma anche le forme, la resistenza agli urti, le sfumature di colore, e tutte quelle caratteristiche che consentono loro di creare categorizzazioni ed altre astrazioni logico-matematiche. Sperimentando con le mani esercitano la motricità fine ma non solo: allenano la fantasia ideando composizioni, trovano strategie per affrontare imprevisti e gestire piccole fatiche relazionali. Insomma, un bel ventaglio di competenze che costituiranno il bagaglio per affrontare da protagonisti tutte le età successive! E quando i bambini crescono? Che cosa cambia nel loro modo di giocare? Col progredire dell’età le modalità di utilizzo dei materiali si modificano, gli allestimenti si arricchiscono di particolari, e i bambini e le bambine si aprono alla collaborazione e alla cooperazione. Sostenuti da competenze in continuo divenire i bambini agiscono nelle situazioni rappresentando e traducendo la realtà; a volte nel gioco hanno a che fare con oggetti pensati per un determinato scopo e predisposti per suggerire una funzione precisa, altre volte invece si trovano di fronte a materiali non strutturati che, privi di indicazioni implicite di utilizzo, lasciano maggiore spazio al pensiero creativo. Questi ultimi in particolare favoriscono il movimento, la scoperta e la spontanea realizzazione di piccoli progetti. Mentre sono intenti a sperimentare e combinare gli oggetti a loro disposizione i bambini e le bambine possono trovarsi l’uno accanto all’altro, impegnati in attività parallele che tuttavia non implicano l’adesione a un piano di gioco comune. Oppure possono dare vita a vere e proprie situazioni di gioco condiviso, sia esso di tipo associativo o realmente cooperativo.Nel gioco associativo il bambino e la bambina iniziano ad interessarsi a ciò che l’altro sta facendo; mentre si dedicano alla loro attività parlno e interagiscono con chi gli sta accanto, facendo propri gli spunti ricevuti e ampliando così il suo scenario. Nel gioco propriamente cooperativo invece i bambini e le bambine mostrano di seguire un piano coordinato (che può includere regole e ruoli) per realizzare un progetto comune. Per esempio possono decidere di costruire insieme qualcosa dividendosi il materiale e i compiti. Insomma, il gioco si trasforma attraverso l’esperienza dando vita ad un pensiero sempre più complesso in cui l’altro riveste una funzione via via più significativa. Ma pur nella variabilità dei processi e dei risultati, le azioni e le cognizioni alla base dell’esperienza ludica ritornano costantemente, veri archetipi – del gioco e non solo – che accompagnano l’essere umano dalla nascita all’età adulta. Grazie a questi modelli arcaici interiorizzati durante l’infanzia il desiderio e il piacere di giocare restano vivi in noi per sempre, trovando sbocco nella nostra quotidianità di adulti anche – o forse soprattutto – quando meno ce lo aspettiamo!