02 maggio 2024
Potremmo solamente dire che fare un picnic voglia dire: “mangiare all’aperto” e che attualmente questa usanza si sia guadagnata una sua giornata, visto che, il 18 giugno è da tempo diventata la giornata internazionale del Picnic. È importante ricordare che “mangiare all’aperto” non è una scoperta della società contemporanea, è un rito molto antico che nasce intorno al 1600 quando i nobili spostandosi da una residenza all’altra o durante le battute di caccia, iniziarono a consumare pranzi frugali a contatto con la natura. Questi pasteggi si trasformarono in veri e propri banchetti all’aperto impreziositi da eleganti servizi di piatti, bicchieri e ricercate pietanze che si prestassero al nuovo contesto.
Manet dipingendo: "colazione sull’erba", attraverso sfumature di colori e ritratti di persone che trascorrono un tempo leggero, regala alla storia un “fermo immagine” di cosa possa rappresentare l’esperienza di vivere una giornata in natura.Tornando all’oggi il picnic rappresenta una possibilità per staccare dalla frenesia delle città, è un’occasione per andare alla “scoperta” di nuovi angoli di mondo e rinsaldare il legame con l’ambiente concedendosi un tempo lento.
Ma cosa può significare per un bambino o una bambina progettare e fare un picnic in famiglia? Sicuramente rappresenta un’esperienza che attiva ogni parte del proprio essere, sia fisica che mentale. Ideare un picnic che sia al parco sotto casa, ad un lago poco distante, in riva al mare o in un bosco di montagna sollecita nei bambini e nelle bambine l’immaginazione ed il pensiero creativo; per loro l’avventura prende vita sin dal momento in cui se ne inizia a parlare in famiglia. Questo dialogare e progettare insieme permette loro di pensare a luoghi possibili che possono essere investiti di pensieri fantastici e aspetti simbolici che poi si raffronteranno con l’ambiente reale nel quale vivranno l’esperienza. Per questa occasione la famiglia si anima nell’organizzare la giornata speciale, c’è un compito e un ruolo per ciascuno, grande o piccolo che sia, e c’è un tempo d’attesa per il giorno che verrà. Nel vivere l’esperienza di un picnic le bambine e i bambini sentono il profumo degli alberi in fiore, sperimentano la sensazione di camminare a piedi nudi nell’erba, percepiscono l’effetto di un raggio di sole che riscalda il corpo o il brivido di freddo provato in una zona ombrosa, mentre s’inizia a sentire il suono del vento che si alza con il trascorrere del tempo. L’ambiente naturale li porta a confrontarsi con stimoli sensoriali anche inattesi; attivando contemporaneamente tutti i sensi sperimentano una stimolazione globale che li porta ad attivare quell’intelligenza/conoscenza senso motoria che nei più piccoli è la base per la scoperta del mondo. L’esplorazione di un ambiente nuovo e ricco di stimoli sensoriali come quello naturale, favorisce lo sviluppo psico-motorio (lo scambio di informazioni e risposte tra i muscoli e il cervello);poter camminare su terreni diversi, correre, saltare e arrampicarsi su una collinetta o un albero rappresentano azioni essenziali che permettono al bambino o alla bambina di prendere confidenza col proprio corpo; la natura offre mille possibilità per sperimentarsi, soprattutto nei primi anni di vita. Durante un picnic si possono fare scoperte interessanti e vivere attimi di meraviglia nell’entrare in contatto con elementi naturali, animali o luoghi che non si conoscono. L’inesplorato, l’inaspettato e le novità possono rappresentare impulsi vitali che portano le bambine ed i bambini ad adottare atteggiamenti curiosi volti al desiderio di conoscenza del modo che li circonda; questi comportamenti favoriscono lo sviluppo di un pensiero divergente, capace di trovare soluzioni diverse per uno stesso problema. La natura è quindi “Maestra”, crescere e vivere rimanendovi in contatto, ci permette di imparare a conoscerla, rispettarla e legare ad essa ricordi di momenti importanti.
In ogni passeggiata nella natura l’uomo riceve molto di più di ciò che cerca.(John Muir)