07 febbraio 2024

Vivere la natura d'inverno

Inverno fa rima con… “Interno!” risponderebbe il genitore preoccupato che il suo bambino o la sua bambina giocando all’aria aperta in questa stagione possa prendersi un raffreddore…

Ma è proprio vero che il freddo ci costringe a rinchiuderci dentro le mura riscaldate di un edificio?

 

Da qualche anno si è diffusa nelle famiglie la consapevolezza che non è il freddo a far ammalare i bambini e le bambine; tale convinzione, che i servizi educativi cercano di diffondere già da tempo, ha portato ad una rivalorizzazione delle esperienze a diretto contatto con la natura: in essa il bambino/ la bambina può agire attivamente assecondando i suoi interessi e mettendo alla prova le sue abilità, e mentre indaga aspetti e meccanismi dell’ambiente che lo circonda elabora nozioni e competenze alla base di ogni suo futuro apprendimento.

 

Tra il personale dei Servizi per l’Infanzia del nostro Comune tutto ciò è stato oggetto di profonde riflessioni a livello formativo che si sono tradotte in un progressivo “svuotamento” degli spazi esterni dei nidi: liberato dai materiali plastici e dalle strutture più ingombranti, il giardino del nido ha cercato di ridefinire la propria identità e di proporsi come prolungamento della sezione ma senza diventarne una copia. Vale a dire che, pur rimanendo saldi i principi pedagogici che caratterizzano i nostri servizi, ispirati dall’idea di un bambino competente e protagonista attivo nel suo percorso di crescita, lo spazio esterno è stato valorizzato il più possibile quale luogo naturale in cui le esperienze di apprendimento appaiono più che altro come scoperte: motorie e propriocettive senza dubbio, ma anche di sensazioni, di manifestazioni metereologiche, di leggi fisiche e chimiche, di aspetti botanici e biologici in senso lato.

In tutto questo l’adulto ricopre un ruolo fondamentale: quello di “facilitatore di apprendimenti”; l’educatore cioè accompagna i bambini  e le bambine nel contesto, orienta con delicatezza il loro sguardo, raccoglie i loro spunti e li rilancia arricchendo l’esperienza a più livelli.

 

Al nido l’inverno diventa un’occasione per toccare con mano (e con i piedi!) i cambiamenti di temperatura, di consistenza del terreno, le trasformazioni dell’acqua, la vegetazione che si adatta al clima, la forma delle nuvole, i colori offerti dal paesaggio… Il bambino e la bambina notano, toccano, interagiscono, e mentre lo fanno provano sensazioni e costruiscono ragionamenti che gli consentono di rapportarsi col mondo. Scoprendo che se salta dentro una pozzanghera con forza genera spruzzi, che se cerca di raccogliere un po’ di brina da una foglia il calore delle sue dita la scioglie, che se affonda le mani nella neve senza i guanti dopo poco il freddo gliele fa dolere, che il suo fiato crea nuvolette visibili nell’aria fresca, che il muschio è soffice come un cuscino di velluto, che il ghiaccio è trasparente e scivoloso…

Queste piccole grandi acquisizioni introducono il bambino e la bambina ai misteri dell’universo di cui è parte: il ritmo delle stagioni, le trasformazioni degli elementi e degli ambienti, la vita come co-adattamento.

Tutte cose che noi adulti a volte diamo per scontate, ma che per i bambini costituiscono da sempre una base esperienziale imprescindibile, oggi forse ancora più di un tempo.

Ecco allora che torniamo al ruolo delle famiglie, protagoniste, insieme ai servizi educativi e scolastici, dell’accompagnamento dei più giovani alla scoperta del mondo: come genitori quali esperienze possiamo far vivere ai nostri bambini e bambine per consentire loro di rapportarsi alla natura anche durante i mesi invernali?

La risposta non si discosta molto da quanto appena detto: con lo spirito giusto (e un equipaggiamento adeguato alle temperature e alle condizioni meteo) qualsiasi passeggiata si può trasformare in un’avventura alla scoperta di ciò che ci circonda, un’occasione di nuovi apprendimenti, un esercizio fisico e mentale di ri-connessione col pianeta.

Già il vicino parchetto di quartiere accanto alle strutture pensate per il gioco motorio offre un vasto panorama di osservazioni e sperimentazioni che introducono alla complessità degli elementi e degli esseri abitualmente presenti in natura: dislivelli del terreno, alberi ed erbe particolari, insetti in movimento, ogni cosa impegna il bambino in operazioni sensoriali, cognitive ed emozionali ricche di significato e di valore educativo.

Senza necessariamente pensare a gite fuori porta inoltre, la nostra città offre alcune piste ciclabili immerse nel verde raggiungibili comodamente con i mezzi pubblici: in primis la Greenway, che costeggia tutto il Parco dei Colli partendo da via Baioni ed è percorribile con i passeggini; ma anche il percorso che dal quartiere di Longuelo conduce ad Astino, e la Ciclovia della Valle Seriana, collegata alla città mediante la linea della Teb. (Per un approfondimento sulle piste ciclabili di Bergamo si rimanda alla pagina dedicata: https://bergamoinbicicletta.it/map/).

 

Prato, bosco, sentiero: ogni ambiente naturale consente una sperimentazione attiva fatta di motricità, sensazioni e ragionamenti che restituiscono al bambino il piacere di fare, di sentire, di osservare. Al punto che spesso il bambino o la bambina desidera prolungare simbolicamente l’esperienza raccogliendo un oggetto tangibile da portare a casa: un sasso, una foglia, un rametto, un piccolo tesoro personale da conservare con orgoglio e magari utilizzare per futuri giochi. Al genitore che lo accompagna non serve altro che la disponibilità ad esserci, a lasciarsi stupire, a rilanciare con entusiasmo. E se per caso egli ha dimenticato, novello Peter Pan, come valorizzare questa curiosità di sguardo, può sempre rispolverare la memoria affidandosi agli spunti che alcuni profili digitali lanciano agli adulti desiderosi di vivere la natura insieme ai loro figli e alle loro figlie!

 

Eccone qualcuno qui di seguito:

https://bambinienatura.it/

https://www.facebook.com/ilbambinoverde

https://www.facebook.com/MaestraNatura.ASD