13 febbraio 2018

Momenti di cura

Ho mandato il sonno a chiamare.

Ninna nanna, ninna-o

Ho mandato il sonno a chiamare

 e m’ha detto sarebbe venuto

quando viene lo voglio pagare

con monete d’oro velluto.

(A-ulì-ulè, filastrocche, conte, ninnenanne

Nico Orengo, Einaudi Ragazzi)

 

Parlare di cure di routine al nido non è semplice perché ogni bambino e bambina ha le sue abitudini ha i suoi rituali.  Le routine, che noi preferiamo chiamare cure, contengono all’interno delle loro “pratiche” una delle attività più professionalizzanti dell’essere educatrici e educatori;  esse vanno analizzate e discusse in relazione ai concetti di:

• progettualità pedagogica

• significato del lavoro di cura

• concetto di quotidianità, di tempo e di memoria.

Quindi possiamo dire che le routine sono considerare, attività quotidiane e ritualizzate.  

È di fondamentale importanza progettare, avere rituali, rispettare i bambini e le loro piccole grandi sicurezze, queste devono essere alla base del nostro agire quindi diamoci del tempo per osservare prima di procedere e non pretendiamo che quello che funziona con un bambino possa o debba funzionare per un altro:ognuno è unico e speciale e merita il dovuto rispetto.

Le routine, per le loro ripetitività, scandiscono il tempo di cui è composta la giornata del bambino e della bambina al nido, il fluire degli accadimenti rappresentano delle costanti, con una buona percentuale di stabilità e di continuità che permette la memorizzazione da parte dei piccoli, nonché la capacità di prevedere tali eventi e di rappresentarli. Inoltre possiamo dire che i momenti di cura e di accudimento personale, in quanto ricchi di valenze emotive sono quelle che più fortemente influenzano la formazione del ricordo:  sono le connotazioni emotive che radicano i ricordi.

Uno dei momenti di cura che il bambino e la bambina vivono al nido è il sonno.

Il sonno un evento naturale…

 

 

 

Perché dormiamo?

È un bisogno fondamentale per tutti e non deve essere considerata una perdita di tempo. Tutti seguiamo dei ritmi, dei cicli ed è fondamentale seguirli e rispettarli.

Il cervello che lavora intensamente fin dalla nascita ha bisogno di riposare di fare delle soste adeguate, dobbiamo ricordarci che non tutto si svolge quando siamo svegli: il sonno ha un ruolo essenziale per la nostra salute. Non basta rilassarsi perché servono cicli che si ripetono in modo ritmico durante l’itera notte. Nell’uomo questi cicli durano circa due ore e ogni notte ne abbiamo tre o quattro per un totale di sei otto ore di sonno. 

Primo stadio sonno leggero

Nel secondo terzo e quarto stadio il sonno si fa sempre più profondo.

Nel quinto stadio sonno R.E.M. (movimento rapido dell’occhio)

Il sonno R.E.M. è il sonno che ripara la fatica psichica

Cosa succede durante il sonno?

L’evento dell’andare a dormire si ripete tutti i giorni, il sonno è un fenomeno naturale, “entrare nel sonno” significa rinunciare allo stato di veglia, al proprio essere presenti dentro la quotidianità,  segna il distacco dagli altri, dai giochi dagli interessi che il bambino e la bambina vanno scoprendo.

L’educatrice o l’educatore devono facilitare il passaggio dalla veglia al sonno, ricorrendo sempre a quei piccoli rituali che proprio perché ripetitivi sono rassicuranti, quello che si ripete sempre allo stesso modo il bambino e la bambina  possono controllare e non li mettono in ansia.

Attenzioni 

 La stanza è troppo calda o troppo fredda.

 Ha mangiato troppo o troppo poco.

 Ha delle paure

 E se avesse dei dolori?

Se pensiamo al momento dell’ambientamento, il sonno è l’ultima delle cure che introduciamo questo perché tra l’adulto e il bambino/a deve essersi creata una relazione di fiducia che  permetta di rilassarsi e quindi di lasciarsi andare. 

 Molti bambini hanno paura di dormire perché non hanno la consapevolezza di quello che potrà accadere mentre loro dormono. 

….E a casa?

Maria Montessori disse, e vogliamo condividere con voi questi concetti per noi basilari,

 “Chi realmente ama è invece il bambino, che desidera sentire l’adulto accanto a sé e che si compiace di attirare l’attenzione di lui sopra se stesso: “guardami, stammi vicino”. 

“La sera, quando va a letto, chiama la persona che ama e vorrebbe che non lo lasciasse. E quando noi andiamo a mangiare, il lattante vorrebbe venir con noi, non già per mangiare anche lui, ma per guardarci, per starci vicino. L’adulto passa accanto a questo mistico amore senza riconoscerlo: ma badate, quel piccino che vi ama crescerà e scomparirà. Chi vi amerà come lui? Chi vi chiamerà andando a letto, dicendo affettuosamente: “stai qui con me” anziché dire con indifferenza: “buona notte”? Chi desidererà altrettanto ardentemente starci vicino mentre mangiamo solo per guardarci? Noi ci difendiamo da quell’amore – e non ne troveremo mai un altro uguale!

Ricordiamoci che anche per noi adulti non è facile abbandonarsi se temiamo per la nostra sicurezza

Alcune letture:

  • Bésame Mucho, Come crescere i vostri figli con amore, Carlos Gonzàles, Coleman editore.

  • Facciamo la nanna, Grazia Honegger Fresco,Il Leone Verde