Con il temine Svezzamento si intende il passaggio da un’alimentazione a base esclusivamente di latte (seno o artificiale) ad un’alimentazione che comprende anche cibi semisolidi.
Proprio in riferimento a questo tema presso il Centro Famiglia si sono svolti due incontri tenuti dall’ostetrica Carla Finazzi , per supportare le neo-mamme in questo delicato passaggio.
Partiamo da alcune domande e dalle preoccupazioni che sono emerse durante l’incontro:
- quando si inizia?
- con cosa si inizia?
- comporta un distacco dalla mamma?
- porta grandi cambiamenti
- non si può più contare su una cosa pronta e completa: il latte
- richiede una nuova organizzazione (fare la spesa… tempi di preparazione…)
- come trovare un piatto che contenga tutti i principi nutritivi?
- gradirà la pappa?
- quando rifiuta il cibo cosa si fa?
- i cibi a pezzi sono pericolosi possono soffocare
E altre domande ancora…
Tutte le mamme presenti si sono rivolte al proprio pediatra per avere indicazioni in merito allo svezzamento del loro bambino/a, ma dal confronto emergono indicazioni molto divere a seconda del medico di riferimento.
Iniziamo allora con alcune premesse che possono aiutare in questo passaggio…
Non parliamo più di “svezzamento” ma di Alimentazione Complementare che indica il passaggio da un’alimentazione a base esclusivamente di latte al seno o artificiale, ad un’alimentazione che comprenda anche di cibi semisolidi.
I riferimenti dell’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ OMS sono:
* il latte, al di sotto dell’anno, è l’alimento più importante, l’85%
* sopra l’anno per il 65% al dì
* il latte accompagna lo sviluppo del bambino/a fino ai 2 anni di età
* la sua quantità tenderà a diminuire progressivamente via via che aumenterà spontaneamente la quantità di cibo solido assunto
I riferimenti scientifici legati allo sviluppo del bambino sono:
* inserimento del cibo solido a partire dai 6 mesi in quanto la flora intestinale del bambino/a è pronta ad assimilare cibi diversi dal latte;
* il bambino/a sta seduto/a;
* è presente nel bambino/a la coordinazione occhio-mano-bocca (afferra gli oggetti e li porta alla bocca);
* ha perso il riflesso di estrusione della lingua (non spinge la lingua in fuori) indispensabile per catturare il capezzolo e succhiare il latte, ma che se presente ancora spinge via il cucchiaino;
* è capace di deglutire…. questo movimento richiede la coordinazione fine di muscoli della bocca, della lingua, del collo.
Questi riferimenti da tenere presente, devono però essere sempre accompagnati dall’osservazione del singolo bambino/a, che deve mostrare interesse verso il cibo.
Se il bambino/a rifiuta completamente i nuovi cibi, è meglio non insistere, ma tornare ad una dieta a base solo di latte per qualche giorno.
Per questo motivo i compiti educativi dei genitori potrebbero essere così riassunti:
* riconoscere, rispettare e sostenere la capacità del piccolo/a di sapersi regolare da sé riguardo al tipo di cibo che gradisce e alla quantità che gli è necessaria (capacità innata di autoregolarsi). Per esempio quando è a tavola con tutta la famiglia il bambino/a allunga le braccia, si protende in avanti (alimentazione complementare a richiesta ) o altrettanto chiaramente fa capire se non vuole il cibo, chiudendo la bocca o girandosi dall’altra parte
* quando il numero di assaggi è consistente, si può preparare una porzione che presumibilmente soddisfi il bambino/a
* aiutarlo/a ad ascoltare le sue sensazioni di fame e sazietà, rispettando i suoi gusti (il disgusto è un’emozione primaria come paura e rabbia)
* lasciare che sperimenti con altri sensi: annusare e toccare il cibo
* proporre una varietà sufficiente di alimenti “qualitativamente” salutari, preferendo i prodotti di stagione, anche attraverso l’esempio personale che rappresenta un modello più efficace per l’apprendimento di sane abitudini
In ultimo, ma per prima cosa, non dobbiamo dimenticare che il cibo è soprattutto relazione:
* mettersi a tavola con il proprio bambino con un atteggiamento sereno e privo di ansie;
* riconoscere a questo momento una valenza di convivialità e non solo nutrizionale.
Tutto ciò aiuta a vivere questo momento di passaggio con più naturalezza.
Un cenno alla piramide alimentare per aiutare ad individuare tutti i componenti indispensabili e necessari per la crescita dei bambini: latte, cereali, verdure, frutta, carne, pesce, legumi, uovo, formaggi, zucchero, sale.
Alimenti che contengono componenti indispensabili per la crescita: carboidrati, proteine, grassi, sali minerali e vitamine.
La parte teorica è stata poi accompagnata da un momento pratico dove le mamme sono state coinvolte nella preparazione di un piatto per i loro bambini e bambine da portare a casa.