13 dicembre 2016

Il nostro menù per il cuore e per la mente

Parlando di libri lo possiamo proprio dire: ecco un buon cibo per il cuore e la mente! nutrimento per la crescita cognitiva ed emotiva, per l’acquisizione e l’arricchimento del linguaggio, per la capacità d’immaginare e sognare, occasione di grande intensità relazionale tra grandi e piccoli… Nei nostro Servizi – Nidi, Spazio Gioco, Ludoteche – non manca mai un angolo dedicato alla lettura, e cerchiamo di scegliere con cura i libri che proponiamo. Abbiamo quindi pensato, sulla base della nostra esperienza, di recensire per voi qualche libro che ci sembra particolarmente valido. Può essere anche uno spunto per qualche buon regalo per le prossime feste!

Altan, “Brava Coccinella!”, ediz. E/L

I disegni di Altan hanno un tratto riconoscibile. I contorni delle figure sono ben marcati, e si staccano con decisione dallo sfondo bianco privo di dettagli che dà risalto alle figure stesse. I colori, accesi e uniformi, attivano facilmente l’occhio dei più piccoli. Stiamo parlando di un classico imperdibile adatto ai lettori dai 18 mesi circa. Brava, Coccinella illustra una piccola-grande avventura che si articola nell’arco della giornata e si conclude in modo rassicurante e dolce, con il ritorno a casa e un sonno beato. E’ un libro poetico e fantasioso: la coccinella fa una barchetta in una noce, beve il latte da un cucchiaino... Deliziosa è l’immagine del volo sopra a una foglia. Da qui è nata l’idea di trasformare la narrazione in canto: tutti al Nido conoscono la canzone della Coccinella! L’entusiasmo dei bambini e la fantasia degli educatori ha inoltre creato il libro-teatro che è stato letto ai bambini e alle bambine del nido, dalla Coccinella Curiosa all’interno di un progetto specifico di narrazione.

Eric Carle, "Il piccolo bruco mai sazio", ediz. Mondadori

Il piccolo Bruco Maisazio è molto affamato, così inizia la sua marcia alla ricerca di cibo. Trova una mela, poi due pere, tre prugne, quattro fragole … ma la fame non passa nemmeno dopo aver mangiato un dolce, un gelato e altre cibarie scovate lungo il percorso. Alla fine si accorge di aver un po' esagerato... ma dopo aver mangiato una foglia verde si sente meglio. Si costruisce una casetta chiamata “bozzolo” e al suo risveglio dopo due settimane si troverà trasformato in una bellissima farfalla. Il viaggio del bruco coinvolge e incanta le bambine e i bambini attorno ai tre anni grazie ad alcuni elementi che sono per loro di immediata riconoscibilità e immedesimazione, in particolare l'elenco dei cibi che incontra nel suo cammino, che i bambini si divertono a riconoscere, e il formato del libro che prevede pagine con i buchi dai quali il protagonista entra ed esce aumentando la curiosità e la voglia di esplorare. La storia aiuta a comprendere il significato del cibo, che non è solo bisogno di nutrimento, ma anche relazione ed interazione con la persona con cui lo si condivide. La storia alimentare di ognuno inizia con l’ allattamento, fonte di nutrimento fisico, ma anche psicologico e affettivo. Questi aspetti sono tutti necessari per la sopravvivenza e restano per sempre inscindibilmente collegati. All’interno di questo legame significativo, si creano gli schemi psichici che il bambino utilizzerà nel suo rapporto con il cibo. Anche quando cresciamo molti eventi sociali ruotano intorno ai pasti: gli incontri familiari e con gli amici sono spesso accompagnati dal cibo. Ecco l’importanza di leggere ai bambini e alle bambine libri che parlano di questo argomento. Aiutare il bambino a distinguere i propri bisogni primari (come il nutrirsi) dalle proprie emozioni è fondamentale per aiutarlo a non utilizzare il cibo come elemento consolatorio. Oltre a questo i bambini imparano in modo semplice concetti quali i numeri, i giorni della settimana e la trasformazione del bruco in farfalla, così come avviene in natura. Traendo spunto da questa storia si possono creare, con un po’ di fantasia, delle rielaborazioni del libro stesso che permettano ai bambini di toccare con mano tutto il percorso narrativo del bruco.

Sabine De Greef “Lacrime che volano via”, ediz. Babalibri

Che bisogna fare perché le lacrime possano diventare leggere leggere e volare via? Forse raccoglierle in un sacco colorato, tenerle al caldo e far loro il solletico finché per magia quel sacchetto diventerà leggerissimo e volerà via! Un libro semplice, ma con un forte messaggio emotivo: le lacrime dei bambini hanno il diritto di essere espresse e i grandi non le devono banalizzare, sarebbe bello potersi fermare, accogliere le tristezze, le fatiche e stringersi forte per far tornare a tutti il sorriso. Questo cartonato dalle illustrazioni tenui e delicate può funzionare come un antidoto per un piccolo malumore, le ripetizioni del testo servono a prolungare e rafforzare l'effetto consolatorio. Al nido raccogliamo le "lacrime" (di carta, di cotone o di vetro in base all’età del bambino) in un fazzoletto e come i personaggi del libro coccoliamo questo fagotto fino a farlo volar via!

Mies Van Hout, “Emozioni”, ediz. Lemniscaat

“Emozioni” è un silent book, un libro senza parole. Cosa è, di preciso, un silent book? È un libro per tutti che affida il racconto esclusivamente alle immagini. L’autrice ha creato un libro magico: si presenta su sfondo nero con pesciolini pieni di colori in cui le emozioni sono rappresentate dalle loro differenti espressioni: ecco che allora il pesciolino triste ha un tratto morbido ed è di colore azzurro, mentre il pesce curioso è giallo e la scritta è naturalmente di molti colori. Felicità, rabbia, paura, gelosia, amore,… sono le emozioni fondamentali con cui si confrontano i bambini fin dai primi mesi di vita; imparare a riconoscerle è una tappa fondamentale della crescita. All’interno del progetto lettura nei nidi d’infanzia, gli educatori hanno estrapolato dal racconto le immagini con le emozioni più comprensibili e adattabili ai bambini e alle bambine dai 24 mesi in poi, proponendo la loro presentazione con il Kamishibai, teatro d’immagini di origine giapponese. L’esperienza è stata vissuta dai bambini con grande interesse e stupore.

Anna Llena, I colori delle emozioni, ediz. Gribaudo

“I colori delle emozioni” è uno splendido libro pop-up che, partendo dal semplice tema dei colori, aiuta i bambini ad affrontare il complesso mondo delle emozioni. E’ particolarmente adatto ai bambini a partire dai 3 anni. Una mattina il mostro dei colori ha combinato un pasticcio ed ha mescolato tutti i colori delle emozioni. Si sente strano, disorientato e non riesce più a capire quello che gli succede. Per fortuna una bambina decide di aiutarlo a riconoscere le emozioni e riordinare i colori: l’azzurro nel barattolo della tristezza, il giallo in quello dell’allegria, il verde in quello della calma, per la rabbia il rosso e il nero nel barattolo della paura. L’autrice riesce a trasmettere in maniera poetica l’importanza di riconoscere e accettare le nostre emozioni; l’argomento è delicato e complesso, ma viene proposto con grande semplicità e naturalezza. La centralità della tematica ci spinge a consigliarlo: essere a contatto con il proprio io più profondo, riuscire a comprenderlo, accettarlo e gestirlo permette di relazionarsi in un modo più costruttivo con la realtà e con gli altri, ed è quindi importante che ogni bambino sia accompagnato in questo percorso. A riguardo è interessante anche il film “Inside out”, adatto ai bambini un po’ più grandi, ma anche a noi adulti! Infatti, parlando di emozioni, non possiamo dimenticare che dobbiamo essere noi genitori ed educatori i primi a saperle gestire e riconoscere: i nostri bambini ci guardano e imparano dal nostro comportamento “Cappuccetto Rosso”, una fiaba dei fratelli Grimm.

La fiaba di Cappuccetto Rosso rappresenta bene la fase di crescita in cui si trovano i bambini e le bambine intorno ai due anni, età in cui si pongono le basi della propria identità e si sperimentano le prime autonomie (è il periodo del controllo sfinterico e dell’opposizione alla figura adulta…): per questo ci si sente a volte già grandi, a volte ancora piccoli. Quindi verso i due anni ci si può ben riconoscere nella figura di Cappuccetto Rosso, una bambina cui viene affidato un compito da portare a termine in autonomia seguendo regole che la mamma le dà , che però si distrae con il mondo esterno e i suoi pericoli trasgredendo le regole. Cappuccetto si sente grande e vuole decidere ma, nel suo essere ancora piccola, si fa ingannare dal lupo che la indirizza sulla strada più lunga: così facendo mette a rischio la vita della nonna e anche la sua. Non è certo l’aspetto punitivo della fiaba (la conseguenza tragica per aver fatto una cosa sbagliata) che ci sembra importante, quanto il significato simbolico dei diversi personaggi, il senso che hanno nella storia e l’opportunità di identificazione che offrono. Il lupo rappresenta le paure del bambino, in primis quella di non essere poi così grande da farcela da solo. La fiaba dà voce a queste paure e ai sentimenti negativi, permettendo di riconoscerli e affrontarli con fiducia: alla fine il lupo viene sconfitto e ucciso dal cacciatore, un adulto che non sgrida ma salva e rimette le cose a posto. E’ chiaro che, affinché la storia conservi il suo importante potere catartico, deve essere raccontata con un lupo che sia cattivo. Le figure edulcorate, il ‘lupo buono’ che compare spesso nelle versioni recenti, rassicurano superficialmente, ma vanificano completamente il valore della fiaba. Quindi… occhio all’edizione!

Hansel e Gretel, ediz. Fatatrac 

La fiaba “Hansel e Gretel” riprende in chiave simbolica due aspetti centrali della fase evolutiva dei bambini tra i 30 e i 36 mesi: l’affermazione di sé e la paura dell’abbandono; il bambino ora capisce di non essere un tutt’uno con la mamma e vorrebbe allontanarsi da lei, ma ha paura di perderla. Nello specifico della fiaba, i bambini vengono abbandonati nel bosco per motivi economici (ecco la paura dell’abbandono). Attratti dalla casa di marzapane (il principio del piacere che domina la vita del bambino) incontrano la strega (immagine del ruolo ambivalente della mamma) che li vuole divorare. I bambini riescono a liberarsi e a ritrovare la strada di casa, dove entrambi i genitori li accolgono (lieto fine con il piacere di ritrovarsi). La fiaba ha un ruolo significativo nell’educazione emotiva e permette nuove dimensioni all’immaginazione. In essa è sempre presente il personaggio cattivo e quello buono, che alla fine trionfa; per il bambino è sempre l’eroe il personaggio attraente con cui identificarsi e su cui poter contare per alleviare le sue paure. Spesso il bambino in un certo periodo chiede che gli venga raccontata molte volte la stessa fiaba: questo ci dice quanto bisogno abbia di sentirla e quanto conforto gli dia. Il bambino, in particolare in questa fase dello sviluppo, ha dentro di sé molte paure che trovano diverse espressioni simboliche (il lupo, la strega, il buio, i mostri..): è importante non soffocarle, ma aiutare a dar loro voce sostenendo il bambino nel trovare strategie per affrontarle e superarle. Accompagnare il bambino a riconoscere i propri sentimenti, siano essi buoni o cattivi, lo aiuterà anche a riconoscerli negli altri.

I libretti fotografici ‘fai-da-te’!

Le immagini fotografiche, se ben scelte, sono una proposta molto interessante per un bambino a partire dall’anno di età (ma anche oltre!) che trae piacere nell’osservare, riconoscere e nominare oggetti familiari. Purtroppo nelle librerie non è disponibile nulla di questo genere; per fortuna si può ovviare alla mancanza assemblandoli da sé! Metteremo insieme immagini che abbiano tra loro un nesso logico, a partire dai più semplici (ad esempio: oggetti della casa, animali domestici, persone della famiglia…) Nello scegliere le immagini è’ necessario avere alcune accortezze perché siano più interessanti e utili. Inizialmente è bene proporre: per ogni pagina un solo soggetto/oggetto alla volta, a figura intera in una posa normale e comprensibile con contorni nitidi, su sfondo neutro rispettando le proporzioni, almeno grandi linee, fra le immagini di uno stesso libretto Tutto questo perché per ora la cosa che interessa di più è riconoscere con facilità i soggetti rappresentati: non c’è bisogno di aggiungere altro. Nella nostra esperienza, la fonte più efficace è Internet: utilizzando qualche filtro di ricerca si ottiene facilmente una selezione di immagini fra cui scegliere quelle più adatte. Una volta stampate si possono incollare su un cartoncino tipo passepartout, di dimensioni maneggevoli per un bambino; se c’è la possibilità un’alternativa può essere anche l’uso della plastificatrice, oppure si possono utilizzare i piccoli album con buste di plastica che si usano per le fotografie, avendo cura di incollare l’immagine su un cartoncino per renderla più resistente. Per assemblare le immagini, vi consigliamo di fare due fori sul bordo sinistro, utilizzando poi due anelli di metallo (tipo portachiavi) per unire i fogli. Via via che il bambino cresce sarà un’evoluzione possibile presentare più soggetti (ad esempio una mucca, un toro, un vitello), un’ambientazione (ad esempio una mucca al pascolo), un particolare (ad esempio il muso di una mucca). Anche le classificazioni possono diventare sempre più articolate ed interessanti (es. animali domestici, della fattoria, selvaggi, marini…., con penne, squame, pelo…, che camminano, saltano, strisciano…); la rilegatura flessibile permette di modificare posizioni e aggiungere immagini a piacere, accompagnando il bambino alla comprensione di questo modo di ‘riordinare’ la realtà.